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Gilda Pansiotti (Milano 1891 – Campobasso 1986) Di questa pittrice, che pure fra il 1919 e il 1965 ebbe una discreta attività espositiva nelle maggiori manifestazioni artistiche nazionali e in alcune fra le migliori gallerie italiane, non esiste a tutt'oggi un profilo biografico soddisfacente, né uno studio critico che ne ricostruisca anche sommariamente l'itinerario artistico. Nata a Milano il 16 febbraio 1891, si formò all'Accademia di Brera dove studiò con Mentessi, Cattaneo e Alciati e dove fu prima docente e in seguito, a partire dal 1921, socia onoraria. I suoi generi preferiti furono, in prevalenza, il ritratto, la natura morta e il quadro di genere, ma non trascurò anche il paesaggio e una pittura ispirata a un certo intimismo sentimentale, come nei quadri dedicati al tema della maternità, ad esempio. Dopo aver partecipato nel 1919 alla Quadriennale di Torino con due quadri, Pantomina e Ritratto, a partire dal 1920 fu invitata a diverse edizioni della Biennale Internazionale di Venezia dove espose nel 1920 Luci e colori del palcoscenico, nel 1924 Il santo mattino, oggi nel Palazzo della Prefettura di Milano, e nel 1930 Il giudice dei minorenni (avv. D'Amico), oggi nell'Istituto Beccaria di Milano. La sua presenza è segnalata anche alla Mostra del Ritratto femminile a Monza nel 1924, alla III Biennale di Roma nel 1925 e a varie mostre di Brera. Sposatasi col pittore Glauco Cambon, è con la firma di Gilda Cambon Pansiotti che nel 1927 presenta un gruppo di opere ad una sua personale alla storica Galleria Pesaro di Milano, dove l'anno precedente si era tenuta, ad opera di Margherita Sarfatti, la prima mostra dei pittori di Novecento. Sono questi gli anni in cui la Pansiotti, madre di due figli, dedica molte delle sue opere al tema della maternità. Presente a diverse Mostre del Sindacato Nazionale Fascista, Gilda Pansiotti è stata anche protagonista di numerose personali, a Trieste nel '25, a Firenze e Monza nel '36, a Berlino nel '38, a Sondrio nel '42 e a Como nel '45, fino alle antologiche di Roma nel 1962, di Napoli nel 1964 e di New York nel 1965, dopo di che della sua attività non si hanno più notizie. A Roma si trasferì quando, intorno al 1938, sposò, in seconde nozze, il giudice Tommaso D'Amico, prima avvocato e giudice a Milano dove diede vita al tribunale dei minorenni, quindi Presidente di sezione della Corte di Cassazione a Roma, nativo di Duronia e proprietario di immobili a Castropignano, sempre nel Molise, ereditati dalla prima moglie. Dopo il matrimonio della Pansiotti col D'Amico - da lei conosciuto a Milano fin dal 1930, quando egli era giudice dei minorenni nel capoluogo lombardo, come documenta il suo ritratto presentato alla Biennale di Venezia di quell'anno l'artista milanese cominciò a firmare i propri quadri col nome di Gilda Pansiotti D'Amico. E' con questo nome, infatti, che compaiono le sue opere in un'altra personale alla Galleria Pesaro di Milano nel 1938 e alla III Mostra del Sindacato Nazionale Fascista a Milano nel 1941, dove presenta L'agnello ferito. A Duronia e a Castropignano la Pansiotti, insieme al secondo marito, trascorreva le estati dipingendo ritratti e paesaggi molisani che sono ancora oggi fra le sue opere più note. Diversi suoi lavori si trovano alla Galleria d'Arte Moderna di Milano (L'ultimo colloquio, Terra di Molise, Duronia, Mattino autunnale), alla Provincia di Milano (Fanciulle della Brianza e Lago di Lecco), alla Provincia di Sondrio (Vallata del Sannio), alla Rathaus di Berlino, alla Galleria Civica di Novara e nelle collezioni del Banco di Roma.
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